LA NUOVA GESTIONE DELLA CONOSCENZA NEI DISTRETTI

I FATTORI SFAVOREVOLI ALLA NUOVA GESTIONE DELLA CONOSCENZA

La Federcomin ha effettuato uno studio sui Distretti industriali a livello nazionale, col supporto del Censis. L'analisi si è basata su questionari sottoposti a vari responsabili delle aziende operanti nei DI.

Entrando più nel dettaglio, dalle risposte emerge, infatti, una scarsa diffusione di imprese distrettuali che stanno innovando i loro sistemi decisionali ed i loro processi organizzativi con una incidenza di aziende non superiore al 10% del totale delle imprese.
Va meglio rispetto alla diffusione di imprese che utilizzano sistemi di Customer Relationship Management, come pure rispetto allo sviluppo iniziative di Supply Chain Management.

INIZIATIVE DI BUSINESS INTELLIGENCE 
Non ci sono esperienze significative in corso 52,5
Il numero di esperienze è modesto < 10% 45,0
Il numero di esperienze è discreto >10% <30% 2,5
Il numero di esperienze è elevato >30% --

INIZIATIVE DI CRM 
Non ci sono esperienze significative in corso 45,0
Il numero di esperienze è modesto < 10% 42,5
Il numero di esperienze è discreto >10% <30% 10,0
Il numero di esperienze è elevato >30% 2,5

INIZIATIVE DI ERP 
Non ci sono esperienze significative in corso 31,7
Il numero di esperienze è modesto < 10% 48,8
Il numero di esperienze è discreto >10% <30% 19,5
Il numero di esperienze è elevato >30% 4,0

INIZIATIVE DI SUPPLY CHAIN Mgmt 
Non ci sono esperienze significative in corso 45,0
Il numero di esperienze è modesto < 10% 45,0
Il numero di esperienze è discreto >10% <30% 10,0
Il numero di esperienze è elevato >30% --

INZIATIVE DI IT CONSULTING 
Non ci sono esperienze significative in corso 33,0
Il numero di esperienze è modesto < 10% 48,8
Il numero di esperienze è discreto >10% <30% 17,9
Il numero di esperienze è elevato >30% 3,6

Nonostante le difficoltà, nei Distretti e nelle altre aree dove si individuano ispessimenti di insediamenti produttivi si evidenzia una ampia presenza di iniziative comuni fondate sullo sviluppo di applicazioni tecnologiche.

In gran parte dei Distretti si stanno avviando o almeno progettando nuove attività e nuove applicazioni tecnologiche fondate sull'uso condiviso delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Nel 36% dei Distretti si rilevano, così, siti web comuni nati da iniziative di imprese locali, finalizzati in qualche misura alla promozione della relazionalità interaziendale, allo scambio controllato di informazioni per la ricerca di clienti e fornitori e per formare gruppi di acquisto.

Alcune delle esperienze più significative o più avanzate come ad esempio lo sviluppo e la condivisione di software applicativi per ottimizzare prodotti e processi aziendali comuni risultano ancora marginali essendo presenti iniziative del genere già avviate in poco più di un Distretto su dieci.

Per chiarire il senso delle iniziative realizzate o progettate è stato chiesto agli interlocutori dei Distretti, quale fosse la finalità principale delle varie iniziative di IT.

  1. Dalle risposte emerge come le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione siano considerate essenzialmente come un insieme di strumenti fondamentalmente diretti a migliorare le capacità di comunicazione delle imprese verso l'esterno. La necessità di costruire reti esterne al sistema distrettuale sembra essere lo scopo principale delle iniziative tecnologiche sin qui avviate essendo la funzione della comunicazione segnalata nel 59% dei Distretti.
  2. Presente anche la finalità di favorire i contatti e gli scambi di informazioni tra le aziende segnalata dal 31% delle imprese dei Distretti.
  3. L'innovazione introdotta dalle tecnologie e dalle applicazioni di comunicazione digitale viene solo debolmente percepita come leva in grado di reingegnerizzare le imprese o rinnovare i modelli gestionali o ancora in grado di riorganizzare i processi produttivi con un coinvolgimento sempre maggiore di attori esterni all'impresa.
Le concrete realizzazioni sono ancora essenzialmente centrate sulla dimensione comunicativa rivolta verso l'esterno.

Altri dati interessanti:
BANCHE DATI COMUNI  
Nessuna iniziativa a riguardo 45,3
Avviate 21,4
In progetto 33,3

SVILUPPO E CONDIVISIONE DI SOFTWARE  
Nessuna iniziativa a riguardo 60,5
Avviate 13,2
In progetto 26,3


Ho ritenuto importante riportare e rivalutare i dati seguenti; le lettere in maiuscolo alla fine del rigo sono la simbologia che ho adottato per quelle risposte che ritenevo fossero affini tra loro.

Finalità delle iniziative avviate o in progetto (val. %) Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
La nota importante che penso di poter rilevare è la presenza, in questi dati, di un altro tipo di lettura, legato ad una diversa aggregazione dei dati su 279.4% totali.
  1. SA Migliorare rapporti con l'esterno 21%, ed è alquanto generica come risposta.
  2. SB Sistemi Informativi in comune + e-commerce interaziendale 33%
  3. SC Sistemi Informativi in comune per il marketing 5.5%
  4. SD Sistemi informativi in comune per la logistica 22.5%
  5. SE Formazione e sviluppo di nuove tecnologie 11%
  6. SF e-commerce 7.3%
Ciò che mi sembra di leggere nella ricerca di nuove tecnologie è che le aziende dei Distretti vogliono scambio di informazioni più di ogni altra cosa con un peso di circa il 61% (Sistemi Informativi), con particolare attenzione alla logistica, al marketing ed all'e-commerce interaziendale (B2B).

La Federcomin analizza anche i motivi che ostacolano lo sviluppo delle nuove tecnologie nei Distretti.
Il contenimento delle spese di investimento per l'innovazione tecnologica non è il principale fattore che limita lo sviluppo a livello locale di iniziative di innovazione tecnologica di rete.
Solo il 15% degli intervistati considera il fattore costi come uno dei principali ostacoli all'avvio di attività, al contrario per circa il 60% degli intervistati i costi non incidono per nulla o comunque in misura poco rilevante nelle decisioni di avviare o meno iniziative fondate sull'uso delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

Gli ostacoli principali all'introduzione dell'innovazione sono però esterni alla dimensione costi.

Nel 52% dei Distretti vi è da superare la difficoltà di condividere le informazioni con i concorrenti, come pure incide fortemente, con una percentuale addirittura più elevata essendo pari al 55% la paura di perdere, introducendo nuove tecnologie condivise, la propria autonomia di gestione.
Le nuove tecnologie vengono quindi considerate come fattori in grado di stravolgere il normale rapporto competitivo anche all'interno della dimensione di Distretto sottraendo vantaggi alle aziende.
L'uso di piattaforme tecnologiche comuni, la condivisione di informazioni rappresentano un pericolo non solo perché potrebbero avvantaggiare la concorrenza ma anche perché rischiano di far perdere all'azienda la propria autonomia gestionale asservendola a modelli di lavoro eterodiretti, imposti dalla piattaforma tecnologica o peggio ancora da concorrenti forti o da fornitori e clienti in grado di imporre i cambiamenti organizzativi.
La consapevolezza di queste problematiche sottende dunque ad un atteggiamento di prudenza quando non di sfavore verso uno sviluppo di sistemi di rete tra aziende.
La scelta di avviare iniziative comuni dipende fondamentalmente o dalla presenza di una impresa forte nel territorio che opera in una logica distrettuale
in cui i rapporti tra aziende risultino di tipo gerarchico, in grado cioè di imporre modelli relazionali o da un elevato livello cooperativo tra imprese paritarie, abituate ad operare in una logica di piena collaborazione.
Anche la difficoltà di reperimento di risorse umane qualificate viene evidenziata con forza come problema che ostacola la crescita dell'innovazione. Il problema del reperimento risulta molto o abbastanza rilevante nel 52% dei Distretti.
Si tratta di un ostacolo di non poco conto dal momento che tutte le attività di sviluppo di sistemi e applicazioni fondati sulle nuove tecnologie devono poter contare sulla disponibilità di capitale umano qualificato; lo skill shortage, ossia la carenza di figure professionali nell'ambito delle attività ICT , è dell'ordine di almeno 200 mila persone nei prossimi due anni. Il problema nei Distretti già emerge, dunque, in modo netto.
Le aziende però non sono disposte a sobbarcarsi gli oneri per la formazione e proprio per questo il fattore costi di formazione non viene considerato dagli interlocutori dei Distretti e dei localismi come un problema importante.
Le Pmi italiane in genere non prevedono di sostenere spese per la formazione, si tratta di un costo rispetto al quale è radicata l'idea che deve essere sostenuto da soggetti esterni al mondo imprenditoriale.


I COSTI DI INVESTIMENTO TROPPO ELEVATI 
Per nulla rilevante 4,0
Poco rilevante 55,3
Rilevante 25,5
Abbastanza rilevante 12,8
Molto rilevante 2,1

DIFFICOLTÀ DI CONDIVIDERE INFORMAZIONI CON I CONCORRENTI 
Per nulla rilevante 2,9
Poco rilevante 10,9
Rilevante 34,7
Abbastanza rilevante 26,1
Molto rilevante 28,3

IMPULSO DELLE AZIENDE A CONSERVARE UN'AUTONOMIA DI GESTIONE 
Per nulla rilevante 2,2
Poco rilevante 4,3
Rilevante 30,4
Abbastanza rilevante 37,0
Molto rilevante 26,1

DIFFICOLTÀ DI REPERIMENTO DI RISORSE UMANE QUALIFICATE 
Per nulla rilevante 8,3
Poco rilevante 12,5
Rilevante 27,1
Abbastanza rilevante 25,0
Molto rilevante 27,1

I COSTI PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE 
Per nulla rilevante 5,6
Poco rilevante 47,9
Rilevante 35,4
Abbastanza rilevante 12,5
Molto rilevante 4,2

Le considerazioni fatte sulla base delle analisi della Federcomin, portano ad approfondire l'analisi della potenzialità della Nuova Gestione della Conoscenza per i Distretti su Logistica e Marketing in comune.

 


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